Attualità e politica

Industria del legno: la sfida della sostenibilità per agganciare la ripresa

Il primo trimestre dell’anno non ha segnato l’inversione di tendenza auspicata dalle aziende del legno, che nel 2023 avevano registrato un calo del fatturato pari al 10,5% rispetto al 2022, raggiungendo comunque un valore complessivo di 21,5 miliardi di euro, il 27% in più rispetto al periodo pre-pandemia (2019), secondo i dati elaborati dal centro studi di FederlegonoArredo. (Sole 24 Ore)

A determinare il calo è stata soprattutto la forte flessione della domanda interna, che incide per il 76% sul totale e ha segnato lo scorso anno un tonfo dell’11,5%. Le ragioni sono tante, spiega Andrea Bazzichetto, presidente di EdilegnoArredo (settori porte, finestre e pavimenti), a cominciare dal ridimensionamento degli incentivi fiscali legati all’edilizia e dal rallentamento delle compravendite immobiliari causato dagli elevati tassi di interesse.

«Purtroppo le previsioni per i prossimi mesi non sono migliori ma, anzi, le imprese si attendono un ulteriore calo, che a fine anno potrebbe arrivare al 25-30%», spiega Bazzichetto. Il Monitor di FederlegnoArredo su un campione rappresentativo di aziende associate del sistema Legno rileva per il periodo gennaio-marzo 2024 un andamento delle vendite in flessione dell’11,3% rispetto ai primi tre mesi del 2023 con un calo più elevato per il mercato interno (-11,8%) contro il -9,9% per le vendite estere.

Negativi quasi tutti i settori, con l’eccezione delle prime lavorazioni (+21,2%) e degli allestimenti (+6,3%). E per l’intero 2024, le imprese intervistate si attendono un -1,3%, con una flessione per l’Italia (-1,9%) che non è compensata dalla tenuta dei mercati esteri (+0,3%).

Sicuramente una spinta potrà arrivare dalla sfida della sostenibilità e del benessere abitativo, temi che sono stati al centro delle assemblee annuali delle associazioni del legno dei giorni scorsi, in cui si è discusso anche del regolamento EUDR (European Deforestation-free Products Regulation), che molte preoccupazioni sta suscitando tra le imprese della filiera, a causa degli oneri gravosi che ricadono sulle imprese, con il rischio di penalizzare l’intero sistema produttivo.

Redazione

 

 

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