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Calo demografico e lavoro: servono 400mila impiegati

Più over 50, giovani e donne al lavoro. Ma in Veneto, per recuperare il «buco» di 442 mila occupati in meno che sarà indotto dalla glaciazione demografica, dopo aver usato in modo deciso altre misure, serviranno comunque almeno 400 mila immigrati di qui al 2040. Solo per mantenere il tasso di attività economica sugli attuali ritmi. Tira le somme sulla riflessione intorno alla glaciazione demografica, la Fondazione Nordest, il think tank delle Confindustrie trivenete. E lo fa con la quarta nota che mette sul tavolo, in modo concreto e crudo, le soluzioni, con i numeri necessari, per riempire la voragine demografica che si aprirà, al Nord e in Veneto, per il crollo delle nascite, con la sparizione dell’8% della popolazione entro il 2040: 380 mila residenti in meno sugli attuali 4,8 milioni – come se Padova, Treviso e Vicenza si svuotassero in 17 anni – e 440 mila occupati, calo più che proporzionale, visto che la glaciazione sostituirà i lavoratori in uscita con coorti ben più ridotte. (Corriere della Sera)

Quadro allarmante, che, scrivono nella nota pubblicata sabato il direttore della Fondazione, Luca Paolazzi, e il ricercatore Luca Di Lenna, «Stritola il sistema produttivo, mette a repentaglio il welfare, riduce la capacità di affrontare transizioni verde e digitale, abbassa la crescita e destabilizza la sostenibilità del debito pubblico», poco compreso nella sua dimensione di emergenza. E che la Fondazione Nordest traduce in numeri, per cercare d’innescare una reazione: «Per far ragionare sulle enormi sfide che la glaciazione demografica porrà al mercato del lavoro e alle imprese – scrivono gli autori -. Non c’è tempo da perdere e tutta la classe dirigente è chiamata a risposte concrete».

Il punto da cui partire è quello spinoso finale, il numero d’immigrati necessario, a cui la ricerca arriva dopo aver declinato le altre contromosse su cui agire con decisione. Dopo averlo fatto, serviranno comunque in Veneto, a seconda dei flussi interni italiani, tra i 207 e i 249 mila immigrati esteri; che equivale a un totale tra i 413 e i 498 mila immigrati totali,seconda regione del Nord dopo la Lombardia, stante la scarsa capacità attrattiva (per l’Emilia Romagna la «forbice» va tra 122 e 291 mila) visto che, scrivono i ricercatori, «con ogni lavoratore immigrato vive un’altra persona (come per altro per la popolazione italiana)». Considerazione, il raddoppio dei numeri degli immigrati (il cui arrivo riduce anche il calo e l’invecchiamento della popolazione), che integra implicitamente la volontà di passare ad una gestione organizzata e strutturale dei flussi. Numeri minimi, che non tengono conto della necessità di espandere la base occupazionale per far crescere l’economia: «Per permettere la pur modesta crescita del Pil negli ultimi 17 anni, gli occupati in Italia sono aumentati di 1,1 milioni», ricorda la Fondazione.

Redazione

 

 

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