La famiglia Moratti esce da Saras e cede al colosso svizzero-olandese Vitol il suo 35 per cento. Il prezzo unitario pattuito è di 1,75 euro per una valutazione della società di 1,68 miliardi di euro che porterebbe nelle casseforti della storica famiglia milanese circa 588 milioni di euro. (Il Giornale)
Il corrispettivo è inferiore del 2,78% alla chiusura di Borsa di venerdì (1,8 euro), ma incorpora un premio del 10% su martedì scorso, giorno precedente la diffusione di indiscrezioni circa l’interesse del colosso olandese da parte dell’agenzia Bloomberg.
Angel Capital Management, uno dei tre venditori (insieme a Massimo Moratti e Stella Holding) si è impegnata a vendere a Vitol le eventuali azioni di Saras che potrebbe ricevere sulla base di un contratto derivato di funded collar, avente ad oggetto circa il 5% del capitale di Saras. Nel caso in cui venga deliberato e distribuito un dividendo da parte di Saras prima della data di completamento dell’operazione, il corrispettivo unitario sarà ridotto. Il completamento dell’Operazione è ovviamente subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, in primis quelle dell’Unione europea sulle sovvenzioni estere e quelle in materia di concorrenza (Antitrust) e della normativa sul golden power.
Successivamente Vitol, o una sua controllata, lancerà l’Opa obbligatoria al medesimo prezzo pagato ai Moratti. L’obiettivo è ottenere la revoca delle azioni ordinarie di Saras dalla quotazione, target che potrebbe essere conseguito anche attraverso una fusione «in presenza delle relative condizioni», sul medesimo modello seguito da L.Catterton con Tod’s.
«Dopo 62 anni dalla sua fondazione avvenuta ad opera di mio padre, con i miei nipoti Angelo e Gabriele ed i miei figli Angelomario e Giovanni, ho ritenuto che la miglior garanzia per il futuro successo della raffineria di Sarroch fosse l’aggregazione con un primario operatore industriale del settore energetico globale, quale è Vitol», ha dichiarato Massimo Moratti, presidente e ad di Saras aggiungendo che «questa operazione sarà positiva per tutti gli azionisti, per le maestranze, per i clienti e tutti gli altri stakeholder». Secondo Russell Hardy, ad di Vitol, l’obiettivo era «investire in una forte società italiana nel settore dell’energia, gestita da un management locale autonomo e supportata dall’esperienza e dall’accesso al mercato di Vitol». L’integrazione, ha concluso, «rafforzerà la sicurezza energetica europea e migliorerà l’approvvigionamento di un impianto chiave nel settore energetico».
Al completamento dell’operazione, infatti, Vitol disporrà di oltre 800 mila barili/giorno di capacità di raffinazione in sette raffinerie, 4 Gigawatt di produzione di energia termica e oltre 1,4 Gigawatt di generazione di energia rinnovabile. Il gruppo svizzero-olandese si colloca tra i principali trader mondiali di commodity e nel 2022 ha realizzato 505 miliardi di fatturato.