Economia

Lavoro e fisco: dal cuneo ai fringe benefit, ecco le misure per i redditi medio bassi

«Sebbene si preveda che il tasso di inflazione cali sensibilmente nei prossimi mesi, il forte rincaro dei prezzi dei beni e dei servizi inclusi nel paniere dei consumi, e in particolare dei generi alimentari, resta una delle principali preoccupazioni del Governo. Per questo motivo – scrive il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella premessa alla Nadef – oltre ad iniziative quali l’accordo con le categorie produttive e distributive per il “Trimestre Anti-Inflazione”, il governo ha deciso di confermare per il 2024 il taglio contributivo attuato
quest’anno. In termini di impatto sulla finanza pubblica, si tratta della principale misura della legge di bilancio». (Sole 24 Ore).

Le parole del ministro Giorgetti aprono quindi la strada al mantenimento per i redditi fino a 35mila euro della riduzione contributiva oggi in vigore fino a dicembre, di cui stanno beneficiando circa 14 milioni di lavoratori. Oggi la misura, pensata dai precedenti esecutivi e rafforzata da Giorgia Meloni, prevede una riduzione di 6 punti fino a redditi di 35mila euro, fino a 7 entro i 25mila, riconoscendo in busta paga 100 euro in più. Perché si è decisa di prorogarla? «Perché – scrive sempre Giorgetti – essa soddisfa al contempo l’esigenza di proteggere il reddito disponibile delle famiglie con redditi medi e bassi, di contenere il costo del lavoro delle imprese e l’aumento dei prezzi, e di continuare a migliorare la competitività della nostra economia». La conferma della misura nel 2024 costa intorno ai 10 miliardi.

Un’altra misura che potrebbe entrare in manovra e su cui preme il ministro del Lavoro, Marina Calderone, è la conferma della tassazione al 5% per i premi di produttività. La misura vale oggi fino a dicembre, su somme fino a 3mila euro per lavoratori con redditi fino a 80mila euro. Dai dati che ci ha anticipato il ministero del Lavoro, con la tassazione al 5%, nel 2023 si è assistito a un incremento del 35,6% dei contratti di secondo livello con obiettivi di produttività rispetto allo stesso periodo del 2022. Il ministero del Lavoro sta valutando interventi anche sulle modalità con cui si misurano gli incrementi di produttività, per far decollare davvero lo strumento.

C’è un dossier aperto anche sul fronte fringe benefit, con la proposta di estendere i fringe benefit esentasse da 258 euro fino a mille euro per i lavoratori senza figli (per quelli con figli oggi l’incentivo è fino a 3mila euro).

Effetti positivi sui redditi arriveranno anche dall’attuazione della prima fase della riforma fiscale. Anche qui la strada è stata tracciata dal ministro Giorgetti, sempre nella prefazione della Nadef: «La legge di bilancio finanzierà l’attuazione della prima fase della riforma – ha scritto il titolare del Mef – con il passaggio dell’imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote e il mantenimento della flat tax per partite IVA e professionisti con ricavi ovvero compensi inferiori a 85 mila euro. La riforma ridurrà la pressione fiscale sulle famiglie, giacché essa sarà solo parzialmente coperta da una revisione delle spese fiscali».

Redazione

 

 

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