Il programma di dismissioni di Enel del 2023 «sta procedendo e siamo già al 50%, ma non c’è nessuna corsa alle cessioni, venderemo solo al prezzo giusto». Flavio Cattaneo, ceo di Enel dal 12 maggio scorso, ha precisato subito a che punto è il piano mirato alla riduzione del debito aprendo la sua prima conference call con gli analisti, il 26 luglio alle 18. Una call dedicata ai risultati del primo semestre, chiuso con un risultato netto ordinario a 3.279 milioni (+52%), un Ebitda ordinario a 10.739 milioni (+29,4) e ricavi a 47.095 milioni, in calo del 28,2% per la diminuzione dei prezzi di vendita delle commodity sui mercati finali. (Corriere)
La dichiarazione arriva due ore dopo l’annuncio di un’altra cessione, quella del 50% di Enel Green Power Hellas (Bnp advisor finanziario), concordata con Macquarie Asset Management per un corrispettivo totale di circa 345 milioni di euro, equivalente a un enterprise value di circa 980 milioni. Il perfezionamento della cessione, previsto entro l’ultimo trimestre del 2023, farà nascere una joint venture e permetterà a Enel di contabilizzare nel 2023 una riduzione di 345 milioni del debito, che al 30 giugno è salito del 3,5% a 62,1 miliardi per il fabbisogno relativo agli investimenti del periodo, al pagamento dei dividendi e del contributo di solidarietà relativo all’esercizio precedente. Gli investimenti del periodo salgono a 6.042 milioni (5.889 milioni di euro nel primo semestre 2022, +2,6%) e si sono concentrati in Enel Green Power per lo sviluppo della capacità rinnovabile e in Enel Grids per lo sviluppo e la resilienza delle reti di distribuzione. Il programma delle cessioni (che esclude Endesa, «totalmente infondata» la voce ha detto Cattaneo) è arrivato al 60% del totale previsto di circa 21 miliardi al 2025.
C’è anche un altro aspetto che l’amministratore delegato ha tenuto a sottolineare: il lancio di un piano di efficientamento e di ottimizzazione dei costi delle attività e processi del gruppo in tutte le geografie, che ha permesso di diminuire nel solo mese di giugno il cash cost (le spese operative) dell’8% rispetto al budget. «Il nuovo management — ha dichiarato Cattaneo — ha immediatamente avviato azioni per migliorare ulteriormente l’allocazione del capitale massimizzando il ritorno degli investimenti, aumentare le efficienze e semplificare la struttura del gruppo attraverso la focalizzazione geografica sui sei Paesi core. Queste azioni, insieme ai risultati ottenuti nel periodo, ci consentono di confermare la guidance per fine 2023, con la previsione di un dividendo complessivo di 0,43 euro per azione per l’esercizio corrente». Nel 2023 si prevede un Ebitda ordinario compreso tra 20,4 e 21 miliardi, un utile netto ordinario compreso tra 6,1 e 6,3 miliardi e un livello di indebitamento finanziario netto a fine anno compreso tra 51 e 52 miliardi. «Nessun cambiamento nella politica dei dividendi — ha aggiunto il ceo — ma l’impegno a mantenere una politica di dividendi sostenibile e attraente per i nostri azionisti». Il piano strategico — ha poi annunciato — sarà aggiornato il prossimo novembre, con la presentazione del le nostre priorità e il ritorno per gli azionisti». Le linee direttrici, ha spiegato il ceo, saranno «execution, efficiency e una migliore capital allocation per spingere la crescita. Non sarete delusi».
Nel frattempo continua a crescere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che includendo anche i volumi da capacità gestita, nel primo semestre «è stata ampiamente superiore rispetto alla produzione da fonte termoelettrica, raggiungendo i 66,8 TWh (60,3 TWh nell’analogo periodo del 2022, +10,8%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 29,1 TWh (47,3 TWh nell’analogo periodo del 2022, -38,5%). La produzione a zero emissioni ha raggiunto il 71,5% della generazione totale.