Decisione orientata dal tasso di probabilità che l’evento dannoso si verifichi e dalla gravità che potrebbe derivarne. (Sole 24 Ore)
Bisogna anzitutto distinguere tra coperture obbligatorie e facoltative. A volte è la legge ad imporre l’obbligo di una polizza (ad esempio per l’auto), oppure la copertura è richiesta per stipulare un contratto (ad esempio per un finanziamento o per l’affitto). Come scegliere per quali danni assicurarsi, se non è obbligatorio? Bisogna valutare bene i rischi a cui si è esposti, e classificarli sulla base di due caratteristiche: la frequenza (ossia quanto è alta la probabilità che l’evento dannoso si verifichi) e la gravità (ossia: nel caso in cui l’evento si verifichi, che impatto economico avrà sulla nostra vita?).
Le regole da seguire sono semplici:
1) per gli eventi a bassa frequenza e bassa gravità (ad esempio: rottura di piatti in casa), bisogna assumersi il rischio: prima o poi capiteranno piccoli incidenti, di cui sopporteremo le conseguenze quando accadrà. Assicurarsi è costoso e inefficiente;
2) per gli eventi ad alta frequenza e bassa gravità (ad esempio, prendere l’influenza o il raffreddore), non occorre assicurarsi, ma è opportuno ridurre il rischio, con comportamenti di prevenzione (igiene delle mani, vaccinazione, etc.);
3) per gli eventi ad alta frequenza e alta gravità, va eliminato il rischio: caso tipico sono gli “sport estremi”, con incidenti frequentissimi spesso fatali; ma lo stesso vale per l’uso di sostanze nocive (fumo, droghe) e analoghi rischi. L’unico comportamento razionale è astenersi dall’attività pericolosa;
4) per gli eventi a bassa frequenza e alta gravità (grave malattia o invalidità, catastrofi naturali, rovina di edifici, e così via), è indispensabile trasferire il rischio, ossia assicurarsi.
Bisogna quindi ricercare – meglio se con un serio consulente assicurativo – coperture adeguate, nelle due aree della protezione dalla perdita di reddito e della protezione del patrimonio.
Sono del primo tipo le polizze per malattia e infortuni, che proteggono dal rischio di perdere il reddito lavorativo in caso di malattia prolungata, invalidità o non autosufficienza. Se si è l’unico produttore di reddito, doverosa la copertura temporanea caso morte per tutelare i familiari, con un capitale liquidabile agli eredi in tempi brevissimi, che risolve i problemi di liquidità anche in caso di blocco dei conti. Per il patrimonio, il rischio maggiore è dover risarcire danni a terzi: è indispensabile la polizza per i danni causati nella vita privata (cosiddetta “polizza del capofamiglia”), che non garantisce solo chi stipula la polizza, cioè “il capofamiglia”, ma anche tutte le persone del nucleo familiare (ad esempio i danni fatti dai figli fuori casa). Si può estendere la copertura (ed è bene farlo) agli animali da compagnia e ai collaboratori domestici o custodi. In tal modo, se un familiare, una persona che lavora per noi o un nostro animale cagiona un danno a terzi, in casa ma anche all’esterno dell’abitazione, sarà la compagnia a coprirlo.
La copertura deve essere capiente: la differenza di premio tra un massimale basso e uno elevato è, in percentuale, limitata; con una modesta spesa aggiuntiva si possono avere massimali molto più rassicuranti. Un buon uso di franchigie e scoperti, che lasciano a carico dell’assicurato i danni modesti, consente di avere massimali più alti a parità di premio. Opportuno coprire anche i danni ai propri beni, ma solo per eventi catastrofali o di elevata gravità: ad esempio scoppio e incendio casa, rottura di tubature, disastri ambientali come terremoti o alluvioni.
Ci sono, infine, polizze per occasioni particolari, di durata limitata: con un cantiere in casa è bene assicurarsi per il “rischio committenza”, visto che si risponde anche in proprio dei danni cagionati dall’impresa; chi viaggia all’estero dovrebbe assicurarsi per eventuali cure, imprevisti e – perché no – per il caso di morte in volo o in viaggio.
Il caso più comune è la polizza per la responsabilità civile da circolazione stradale (polizza “Rca”), obbligatoria praticamente per qualsiasi mezzo a motore che non vada su rotaie. Ma non è l’unico caso. Sono tenuti ad avere una polizza per la responsabilità professionale tutti i professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali. La copertura è obbligatoria poi per tutti i soggetti e le strutture che operano in ambito sanitario, sia nel settore pubblico che in ambito privato.
Anche quando la polizza è imposta (dalla legge, o come condizione per un prodotto o servizio), il consumatore ha diritto di scegliere con quale compagnia assicurarsi, per quali massimali (purché sopra i minimi di legge) e a quali condizioni.