Tra Roma e Bruxelles è iniziata l’interlocuzione dopo che il governo ha presentato la bozza del piano italiano relativo al Repower Eu. Si tratta del capitolo aggiuntivo del Pnrr dedicato all’energia che l’UE ha previsto per finanziare la diversificazione delle forniture e dire addio a Mosca. (Corriere della Sera)
Sono mesi che Palazzo Chigi lavora con Enel, Eni, Snam e Terna. Sul fronte della transizione il gruppo Enel è coinvolto nello sviluppo del fotovoltaico con l’ampliamento della gigafactory di pannelli solari a Catania, lo storage di batteria accumulate per la clean energy, il rafforzamento delle reti di distribuzione e delle infrastrutture di ricarica elettrica.
Snam, il gruppo che gestisce l’infrastruttura del trasporto del gas, è interessata per la costruzione della prima parte della Linea Adriatica, una nuova dorsale gas. Quest’opera è fondamentale per abbandonare il metano che arriva a Tarvisio e portare verso nord il gas che sempre più arriverà dall’Africa e dal Caspio attraverso gli ingressi di Mazara del Vallo, Gela e Melendugno, in quanto la dorsale Tirrenica è vicino alla saturazione.
Ci sono anche i progetti sempre di Snam e di Eni la cosiddetta “Ccs” (Carbon Capture and Storage, che coinvolge i due colossi sulla cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica). Questi progetti valgono 1.5 miliardi.
Sempre sul fronte del potenziamento energetico, Terna è chiamata in causa per rafforzare la rete di trasmissione, anche per adeguarla all’esigenza di portare dal Sud e dalle Isole le energie rinnovabili verso Nord.