L’Italia al quinto posto su 38 Paesi Ocse, per il peso del cuneo fiscale in busta paga che, racchiude al suo interno la somma di tasse e contributi, i quali gravano sugli stipendi di un lavoratore single senza figli, preso come unità di riferimento. (Corriere)
Nel 2022, il cuneo fiscale è cresciuto di un altro mezzo punto, arrivando al 45,9% contro una media Ocse del 34,6%: oltre 11 punti sopra. Nello scorso anno, le retribuzioni lorde in Italia sono cresciute del 5,7%. L’inflazione però, volata al 8,1%, si è divorata il 2,2% del potere d’acquisto.
A questo si aggiunge che salari più alti significano anche più tasse, ecco che lo scenario fiscale è completo: lavoratori più poveri, in condizioni peggiori rispetto alle nostre in termini di cuneo fiscale, sono la Francia (47%) e la Germania (47,8%).
Sono numeri che dovrebbero far riflettere, specialmente vigilia del decreto Lavoro che vuole tagliare, senza limare, il cuneo fiscale.