Attualità e politica

Due terzi degli edifici residenziali in Italia rischiano di perdere valore

Quest anno di super bonus ha avuto come cause principali la spesa pubblica di 68,7 miliardi di euro, un conseguente aumento del prezzo dei materiali, e una derivante difficoltà nel trovare imprese disposte a lavorare nei tempi previsti, dato il numero elevato di richieste.

Ad oggi è in discussione una normativa sulle case green a Bruxelles, tuttavia in Italia questa non sarebbe implementabile in quanto prevede l’obbligo per tutte le abitazioni occupate di diventare, almeno, di classe energetica E entro il 2030, e di arrivare alla classe D entro tre anni. Se la direttiva dovesse passare si dovrebbe intervenire su due terzi degli edifici residenziali in Italia, per non contare gli edifici pubblici non residenziali, riporta il Corriere della Sera. Secondo l’Istat, questa direttiva non può essere attuata perché almeno 8 milioni di edifici sono stati costruiti prima dello shock petrolifero del 1973, quando non era obbligatoria l’introduzione di misure di risparmio energetico nei nuovi edifici.

Inoltre l’altra problematica fondamentale derivata da questa direttiva riguarda la valutazione dell’immobile, gli edifici dovranno necessariamente attuare le stesse misure attualmente previste dal super bonus, e tenendo conto dei dati sopra riportati, il costo teorico stimato sarebbe di almeno un anno di PIL nazionale. Inoltre, in questo caso, i costi sarebbero in gran parte sostenuti dai proprietari, molti dei quali non possono permettersi la spesa e sarebbero di conseguenza costretti a vendere le loro case, che il mercato sta già svalutando.

Redazione

 

 

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