Francesco Fimmanò nell’intervista a Verinta&Affari afferma «non si può gestire quello che è diventato uno dei settori industriali più importanti al mondo con le regole di una bocciofila».
Parla a poche ore dalla tempesta giudiziaria che si è abbattuta sulla Juventus, e afferma che una delle maggiori problematiche sta nel fatto che le regole che dovrebbero tutelare gli stakeholders e gli investitori vengono cambiate senza particolari problemi in funzione delle criticità che emergono tra le società. Il fenomeno è mondiale e Fimmanò sottolinea che è stato presente anche nei processi d’assegnazione dei campionati del mondo al Qatar. Il caso della società torinese ha proprie peculiarità anche perché si tratta di una società quotata in Borsa. La problematica sorge nel caso delle plusvalenze realizzate tra acquisto e vendita di giocatori, pratica regolamentata da regole lacunose e manchevoli di certificazione.
Fimmanò conclude che per far tornare i manager del mondo del calcio tra noi comuni mortali è necessario che autorità indipendenti garantiscano il rispetto delle regole, come avviene d’altronde negli altri settori industriali con rilevante impatto sociale. Probabilmente, la vicenda Juventus contribuirà ad accelerare la riflessione sul cambiamento in quanto tutti gli sviluppi economici tumultuosi a un certo punto hanno bisogno di regole per sopravvivere. Gli interessi in gioco sono enormi e l’industria del calcio è ormai l’ottava al mondo.