“Invitare Elon Musk a investire e ad aprire in Italia è uno di quegli ambiziosi obiettivi che ci stiamo proponendo“, ha detto Matteo Salvini che, all’interno delle istituzioni Ue potrebbe diventare un alleato per Mister Tesla dopo l’acquisizione di Twitter.
Salvini è stato forse il primo tra i sovranisti d’Europa a cogliere la svolta di Musk e a valutarne il potenziale politico: dalla promessa di togliere “lo stupido divieto a Trump” una volta conquistata Twitter, al commento sulla crisi demografica “L’Italia si spopolerà se non si invertirà la denatalità”.
Inoltre, negli ultimi tempi, Musk si è visto spesso in Italia: a luglio è stato ricevuto da Papa Francesco, mentre ad agosto dello scorso anno ha fatto il turista vip a Firenze, con escursione agli Uffizi assieme al sindaco Nardella.
L’Italia sembra interessare il numero uno di Tesla, tuttavia, le sue imprese non hanno messo piede nel nostro Paese. Tesla si rifornisce di componenti da StMicroelectronics e SpaceX ha ottenuto il contratto per mettere in orbita i satelliti COSMO-SkyMed della Difesa. Inoltre, secondo Repubblica, risulta che SpaceX abbia studiato la possibilità di accordi con società italiane per offrire copertura internet dallo spazio, senza arrivare a un contratto.
Salvini, nel messaggio di giovedì alludeva invece all’industria dell’auto: Tesla può essere la scorciatoia per imporre il suo ruolo e rompere gli schemi, inserendo un soggetto straniero nelle dinamiche imprenditoriali italiane.
Il quartiere generale europeo di Tesla è stato realizzato in Germania, a Berlino, ma lì l’imprenditore statunitense non gode di particolare appoggio: una crisi in cui il ministro leghista vorrebbe inserirsi: “So che ha qualche problema in Germania – ha detto Salvini – noi gli spalanchiamo le porte”.
Lanciare un ponte a Tesla può essere un colpo di immagine, interno ed internazionale. Una tripla opportunità – politica, economica e diplomatica – a cui il leader della Lega non può rinunciare.
