“Il tetto europeo al prezzo del gas è un passaggio inevitabile”, parla così Francesco Starace, ad e dg di Enel, in apertura della 4a edizione della Scuola “The Young Hope – RePower Italia” di Fino a prova contraria, che si tiene il 22 e 23 settembre a Roma.
“È un processo europeo, tocca essere un po’ critici circa le modalità con cui l’Europa arriva a prendere talune decisioni. Ritengo inevitabile che si arrivi alla fissazione di un tetto europeo non tanto al prezzo del gas quanto all’indice Ttf da cui il prezzo del gas dipende. Dobbiamo porre un tetto alla volatilità senza senso di questo indice. La domanda è quanto tempo dobbiamo perdere e quanti soldi dobbiamo sprecare per arrivarci tutti”,
ha dichiarato Starace, intervistato dal vicedirettore del Corriere Federico Fubini. “Come spesso accade in Europa, un concetto deve essere sdoganato perché poi diventi oggetto di dialogo, quindi di approfondimento e decisione. Ci vuole pazienza. Purtroppo questa è l’Europa”, ha proseguito
Starace. La Scuola “The Young Hope”, in diretta streaming sul portale LaChirico.it, si è aperta con un messaggio della presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola e con l’intervento del ministro dell’Università Cristina Messa. Il numero uno di Enel ha affermato che “la causa scatenante
dell’attuale crisi energetica è di natura geopolitica, gli effetti speculativi non sono la ragione ma un contorno. In tempo di guerra un maggiore intervento pubblico è naturale, mettere dei tetti ha una sua logica allo scopo di limitare fenomeni speculativi. Purtroppo l’intervento è un po’ tardivo, si
poteva fare prima”.
“L’indipendenza energetica dell’Italia non può prescindere dalle rinnovabili – ha proseguito Starace – Esistono settori industriali che non possono vivere senza la molecola del metano, perciò dobbiamo preservare il gas per queste industrie e non sprecarlo in altri campi. Tutte le volte che evitiamo di bruciare gas per scaldare le case o per generare energia elettrica facciamo del bene a noi stessi, all’ambiente e alla sicurezza energetica del nostro paese”. Interrogato da Fubini sulla disparità con la situazione della Germania che paga il gas russo circa un quarto della media europea, Starace si è congratulato con i tedeschi: “Complimenti per loro, hanno siglato dei bei contratti. Penso che in Germania, dopo l’iniziale pregiudizio ideologico di alcune forze di governo più sensibili alla logica del libero mercato, siano prevalse poi la prudenza e la preoccupazione che, in caso di tetto europeo, la Russia possa reagire bloccando l’export con un
impatto ancora più grave per l’economia tedesca. Diverso è il discorso dell’Olanda che può contare su un enorme giacimento di gas pressoché inutilizzato e ha tutto il vantaggio a tenere alto il prezzo del gas. Si potrebbe dire che l’Olanda abbia un conflitto di interessi”.
Sul futuro Starace mostra un filo di ottimismo: “Come sempre nei paesi liberi gli shock sono forieri di innovazione. La crisi è un incredibile acceleratore non solo di pensiero. Abbiamo anticipato la riforma del mercato elettrico che si sarebbe dovuta fare comunque in cinque anni. Questo stress cancella ogni residua difficoltà a comprendere l’incredibile opportunità che esiste nel diversificare verso la totale decarbonizzazione
del sistema economico. Le rinnovabili, oltre a essere meno care, non hanno un rischio di volatilità. E’ un’esigenza non più solo ambientale ma di sicurezza energetica”.