Nella giornata di oggi è stato presentato l’ultimo Rapporto Export di SACE “Caro export. Sfide Globali e il Valore di Esserci”, con una diretta streaming aperta a tutti gli stakeholder interessati all’export e all’internazionalizzazione, realizzata con e per le aziende esportatrici italiane che hanno raccontato la propria esperienza e i risultati raggiunti grazie anche al supporto di SACE.
Sono intervenuti per SACE il Presidente Filippo Giansante, l’Amministratore Delegato Alessandra Ricci, il Chief Economist Alessandro Terzulli e il Chief Underwriting Officer Dario Liguti, con il coinvolgimento di molte aziende esportatrici da tutta Italia, espressione di diversi settori e dimensioni.
Secondo quanto riportato dalla nota di SACE, l’export italiano avrà una doppia anima: si confermerà un traino prezioso per la nostra economia, ma sarà decisamente più costoso.
Nel 2023 le tensioni sui costi dovrebbero ridursi e i trend legati a valori e volumi dell’export convergeranno con una crescita rispettivamente del 5% e del 4%, mentre l’export raggiungerà i 600 miliardi di euro, consentendo all’Italia, ottavo Paese esportatore nel mondo, di mantenere pressoché invariata la sua quota di mercato a livello globale, pari al 2,7%.
“Abbiamo risorse, strumenti e competenze per affrontare le sfide globali e tenere alta la bandiera dell’export italiano nel mondo”, ha commentato l’Amministratore Delegato di SACE Alessandra Ricci. “Con un approccio sempre più strategico, un’attenzione a nuovi mercati e grazie a tutto il sostegno assicurativo-finanziario che il nostro Gruppo è in grado di offrire, le aziende italiane possono rafforzare la loro competitività anche in un momento complesso come questo. SACE è e sarà sempre al fianco del tessuto imprenditoriale italiano non solo per quanto riguarda l’export e l’internazionalizzazione, ma anche nel supporto alla liquidità nell’attuale contesto economico e nella promozione della transizione ecologica del Paese”.
E ha concluso: “Il mondo sta affrontando sfide globali e cambiamenti molto spesso repentini. In questo contesto di rischi le imprese hanno bisogno di qualcuno accanto che le possa accompagnare nel valutarli e nel gestirli. Noi del Gruppo SACE siamo qui per questo, partendo dall’ascolto dei trend economici che si riflettono sulle reali esigenze in un dialogo costante con le imprese il sistema bancario. Per fare questo è importante essere coesi e imparare ogni giorno dagli altri per costruire insieme gli strumenti migliori con grande senso di responsabilità”.
A commentare l’ultimo Rapporto Export, anche il Chief Economist di Sace Alessandro Terzulli: “Anche per i diversi settori di export assisteremo quest’anno ad ampie crescite in valore, mentre gli aumenti in volume rimarranno generalmente più contenuti. Tale andamento è particolarmente evidente per i beni intermedi, specie metalli e chimica, le cui esportazioni proseguono con una crescita a doppia cifra, grazie soprattutto sia alla componente dei prezzi sia alla dinamica ancora relativamente sostenuta degli investimenti”.
“I piani economici di rilancio, in chiave infrastrutturale e green, saranno, infatti, alla base della crescita anche dei beni d’investimento, trainati in particolare dai mezzi di trasporto e dalla meccanica strumentale, che tuttavia quest’anno risentiranno delle attuali incertezze. Il crescere dell’inflazione comporterà, inoltre, un calo del potere d’acquisto delle imprese e delle famiglie più in difficoltà, che potranno ridurre le risorse destinate alla spesa in beni di consumo, specie se differibile nel tempo, come ad esempio la gioielleria e i prodotti in pelle. Proseguirà nel 2022-2023, nonostante il rincaro degli input produttivi lungo tutta la filiera, la buona performance dell’agroalimentare, che già dall’anno scorso sta beneficiando anche della ripartenza del canale dell’ospitalità”.