Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, è intervenuto in merito alla crisi energetica che sta causando all’Europa diverse problematiche economiche e sociali. Il professore non è ottimista sul futuro e dichiara: “Dobbiamo prepararci a misure da austerity come non abbiamo mai visto negli ultimi 50 anni”.
In un’intervista al quotidiano Il Giornale, Tabarelli non nasconde la preoccupazione: “Ora nessun governo è in grado di affrontare in maniera strutturale la crisi. Per farlo, servono anni” e sul rischio di razionamenti dice: “È un rischio concreto. Se la Russia ci taglia tutte le forniture, potremmo essere costretti per alcuni giorni a chiudere le scuole, gli uffici pubblici e le fabbriche, proprio come durante la pandemia”.
Non solo lockdown energetico nel futuro più prossimo, la preoccupazione è alta anche per le forniture a lungo termine: per essere indipendenti dalla Russia serviranno “Quattro o cinque anni. Per il prossimo inverno abbiamo trovato delle alternative, anche con misure eccezionali come la riapertura delle centrali a carbone, solo per 15 dei 29 miliardi di metri cubi di gas che abbiamo importato dalla Russia l’anno scorso».
E sulle risorse naturali non sfruttate dice: “Quelle accertate sono circa 100 miliardi di metri cubi di gas e ogni anno ne consumiamo 76, ma sono 30 anni che non facciamo ricerca. Ci sono centinaia di migliaia di metri cubi di risorse da usare, ma non riusciamo a sfruttare neanche le poche già scoperte».
Infine, in merito alle criticità del Pitesai dichiara: “Neanche l’arrivo della crisi ha modificato in maniera decisa la versione finale di questo disordinato e contraddittorio documento che blocca e riduce la produzione di idrocarburi, ciò che proponevano i suoi principali artefici, i Cinquestelle”.
“Chi lo ha predisposto è convinto, secondo me a torto, che basti vietare la produzione di gas e petrolio per avere automaticamente il passaggio alle fonti rinnovabili. Se queste ultime ci fossero davvero, sarebbero sfruttate senza bisogno di divieti” conclude.