L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, durante un incontro con i giornalisti italiani al termine di una visita negli Usa, ha lanciato un allarme sul gas: “Il prossimo inverno non sarà semplice, senza un tetto sul prezzo del gas, perché i volumi ci saranno ma le bollette saranno pesanti per le aziende e i consumatori”.
Descalzi, infatti, è tornato sul tetto al prezzo del gas, per cui invita Draghi a spingere in questo senso: “è importante che Draghi continui a spingere. Abbiamo un prezzo che è più alto 6-7 volte di quello che avevamo nel 2019. Mettere un tetto vuol dire ridurre il prezzo dell’elettricità, e garantire la sicurezza energetica perché dà la possibilità di riempire gli stoccaggi al 85-90%, essenziale in un momento in cui dovessimo vivere un freddo intenso”.
Sull’indipendenza dal gas russo, Descalzi è ottimista: “Entro due anni mezzo, o tre, riusciremo a sostituire il gas russo. Il governo ha lavorato da subito per trovare alternative, e noi siamo molto diversificati. I nostri predecessori sono stati lungimiranti con le connessioni con l’Africa settentrionale”.
E spiega: “Noi non stiamo andando a comprare gas, ma andiamo nei paesi dove abbiamo investito e abbiamo del gas. In queste nazioni abbiamo anche le riserve. Lavoriamo in paesi in cui siamo presenti da 60 anni, garantiamo le forniture per il fabbisogno locale, e chiediamo di portare il nostro gas in Italia e in Europa. La priorità ovviamente è l’Italia”.
L’amministratore delegato dell’Eni, sul futuro, scommette sulla fusione nucleare con un progetto in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology tramite la Commonwealth Fusion Systems: “Stiamo puntando molto sulla parte rinnovabile e su questa iniziativa scientifica. Vediamo le potenzialità, siamo venuti a vedere i progressi. Questa è stata un’occasione per rivedere tutte le tappe che ci porteranno alla costruzione dell’impianto, che sarà operativo nel 2030, con un prototipo pilota in scala per il 2025”.