Crisi, incertezza, dipendenza e ripresa: questi i temi che il leader di Confindustria Carlo Bonomi ha toccato nella sua ultima intervista al Corriere della Sera.
In primis, sulle previsioni di crescita del Paese, Bonomi ha evidenziato che la ripresa ha rallentato molto, già prima della guerra: “I segnali di frenata iniziano nell’autunno scorso. Come Confindustria avevamo chiesto una legge di bilancio fortemente orientata alla crescita, ma si è sprecata un’occasione”.
Ora, a frenare ancora di più, c’è l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime: “Se si fossero usati meglio gli spazi in legge di bilancio, ci sarebbero state le risorse e avremmo avuto un cuscinetto di fronte agli choc” dichiara Bonomi.
E continua: “Mi confronto spesso con i miei colleghi di Francia e Germania e noto una differenza: da loro la difesa dell’industria è un fattore di sicurezza nazionale, perché è l’industria che crea reddito e lavoro. Da noi questa consapevolezza non c’è”.
L’Italia, per rispondere alla crisi, ha proposto un tetto al prezzo del gas, imposto da tutta l’Unione europea e per Bonomi è la strada giusta: “Se l’Europa non lo vuole fare dobbiamo farlo da soli: un price cap che valga in Italia sul prezzo del gas comprato all’ingrosso, molto sotto i livelli attuali”.
Infine, Bonomi, apre ad altre proposte sull’energia. Nello specifico: “Cambiare passo sui 400 impianti di fonti rinnovabili fermi per mancanza di autorizzazioni; riservare alle imprese una quota di energia prodotta da rinnovabili che rifletta i costi effettivi di produzione e non ai prezzi molto più alti del gas; aumentare la produzione di gas nazionale oltre quanto già deciso fino ad oggi, per esempio nell’alto Adriatico”.