Roberto Mancini, tecnico della nazionale e allenatore
dell’Italia, è intervenuto nel corso della seconda giornata dell’evento “Rinascita Italia. The young hope”, promossa dall’associazione Fino a prova contraria.
«Fortunatamente io andai a bologna nel ’78 e nell’80 inizia ad indossare la maglia azzurra. L’emozione è stata fortissima: quando inizi a giocare nelle nazionali giovanili e senti l’inno, forse sei ancora un bambino, ma inizi a capire l’importanza di essere un giocatore della nazionale.
Credo che rappresentare la nazionale italiana, soprattutto nel calcio che è uno sport amato da tutti e forse rappresenta l’unico momento in cui in Italia tutti tifano per la stessa squadra, è un’emozione straordinaria. La nazionale italiana ha un passato straordinario in tutti gli sport, è qualcosa che è sempre andato bene nel nostro Paese.
Ho fatto dei sacrifici nella mia vita, per arrivare a certi livelli bisogna farne. Per arrivare a obiettivi importanti devi avere regole rigide anche da giovane. In uno sport di squadra è importante che tutti le rispettino; se una squadra ha tutte le componenti giuste si può centrare l’obiettivo iniziale.
Lo sport ai tempi del Covid
Qualcuno che ha più paura di altri ci sarà, ma i giocatori non lo danno a vedere. Fortunatamente noi siamo sotto una bolla, veniamo testati ogni tre giorni. Ma come è successo proprio qualche giorno fa, qualche problema il Covid ce lo crea. Con la giusta attenzione però penso si possa andare avanti ugualmente».