Non solo l’Amazzonia. La deforestazione in Brasile colpisce anche il Cerrado, una savana tropicale caratterizzata da una grande biodiversità di fauna e flora e chiamata la “foresta capovolta” per le profonde radici delle sue piante.
Secondo l’agenzia nazionale brasiliana di ricerca spaziale INPE, scrive Repubblica, da agosto 2020 e luglio 2021 sono spariti 8.531 chilometri quadrati di savana, con un aumento del 7,9% rispetto al periodo precedente, a causa di un’intensa attività di disboscamento volta a far spazio a monocolture, allevamenti e produzione di carbone.
Grazie alla profondità dei terreni in questa zona le radici delle piante si sono potute sviluppare in maniera estesa. I terreni profondi si comportano come una sorta di spugna gigante, assorbendo e immagazzinando abbastanza acqua durante la stagione delle piogge per alimentare milioni di sorgenti tutto l’anno, fornendo il 40% di tutta l’acqua dolce del Brasile e del Pantanal, la più grande zona umida del pianeta.