È una condizione critica quella che dei cristiani in India. In occasione delle festività natalizie alcuni gruppi di estremisti indù hanno intensificato gli attacchi a chiese e preti e alle scuole.
L’obiettivo dei gruppi è quello di trasformare l’India da Paese laico multireligioso in nazione indù “ripulita”, spiega il Corriere, da cristiani e musulmani.
Negli ultimi giorni sono finite nel mirino anche le Missionarie della carità di madre Teresa: il governo del premier Narendra Modi, del partito nazionalista indù Bjp, ha di fatto bloccato i conti bancari della congregazione. Il 12 dicembre scorso erano state accusate di fare proselitismo in Gujarat, uno degli Stati indiani in cui è in vigore la legge anti conversione, che prevede fino a 10 anni di carcere per chiunque sia giudicato colpevole di convertire qualcun altro “con la forza”, con “metodi fraudolenti” o con il matrimonio.
Le aggressioni sono più frequenti nell’India centrale e settentrionale, controllate dal Bjp, e nello Stato meridionale di Bangalore, il Karnataka, l’ultimo ad aver approvato la legge anti conversione. Nel 2021 sono stati perpetrati ben 40 attacchi solo in questo Stato.