Ha destato polemiche e un certo sgomento la decisione del pm di Perugia di archiviare il caso di Salsabila Mouhib, giovane marocchina vittima di ripetute violenze da parte dell’ex marito, costretta a vivere sempre in casa e, le poche volte che usciva, a indossare il niqab.
La decisione è stata archiviata perché “la condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra, pur non condivisibile in ottica occidentale, nel quadro culturale dei soggetti interessati”.
Adesso è Salsabila a parlare. In un’intervista a Libero la donna si è detta sorpresa, soprattutto perché in Marocco “il giudice ha riconosciuto la colpevolezza del mio ex marito: mi ha assegnato l’affido dei miei bambini e a lui ha inflitto una multa di 3500 euro per i danni provocati. Questa multa lui l’ha dovuta pagare, altrimenti non avrebbe ottenuto il divorzio. Il giudice marocchino ha anche stabilito che il mio ex marito debba corrispondere mensilmente il mantenimento dei suoi figli”.
Sul ritenere di aver trovato in Marocco una giustizia più giusta, Salsabila ha detto: “Dopo la separazione, lui – l’ex marito – è tornato in Italia ma non ha mai provveduto al sostentamento dei sui figli né ha presentato in Italia il documento che attesta il nostro divorzio. Sicuramente continua a percepire sussidi statali, come il reddito di cittadinanza, ma non sta utilizzando queste risorse per provvedere ai suoi figli”.