“Ci sono incarichi per i quali non ci si può candidare, e che non si possono rifiutare”. Lo dice Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, a proposito dell’elezione al Colle, nella quale si sente spesso e volentieri si sente chiamato in causa. Un’investitura che reputerebbe troppo gravosa i suoi 86 anni.
In un’intervista al Riformista, Cassese ha parlato della riforma dell’ordine giudiziario, che ritiene sì necessario, ma “troppo complesso per essere realizzato mediante refendum abrogativi”, idonei solo a “spingere il Parlamento ad adottare nuove norme”. Urgenti, in particolare, quelle di “procedura penale e civile”. Urgente anche l’adozione di provvedimenti atti ad organizzare “un nuovo assetto del Csm, al ripristino della legalità costituzionale per quanto riguarda l’organizzazione del ministero della giustizia. Alla separazione dei gradi di indipendenza della magistratura giudicante e di quella requirente, così come implicito nell’art 107 Cost. A una chiara separazione tra politica e magistratura”.
A proposito dei no vax e no green pass, Cassese non vede spazio per interpretazioni di sorta: “La Costituzione è molto chiara, dispone che i cittadini hanno la libertà di riunione, ma possono farlo pacificamente e senz’armi”. Una condizione senza la quale lo Stato “può intervenire nei modi che sono previste dalle leggi”. E, sull’obbligo vaccinale, “l’art. 32 della Costituzione prevede la possibilità che venga disposta mediante una legge un ‘determinato trattamento sanitario’ obbligatorio, purché non violi i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.