Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha commentato la manovra in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
«Abbiamo un’occasione storica. Questa legge di bilancio è importante perché dovrebbe essere il primo mattone di un percorso diverso», ma «la sensazione è che ancora oggi i partiti non abbiano capito che bisogna concentrare le risorse sulla crescita e sulla produttività. Stanno dando l’assalto alla diligenza com’è successo in tutte le manovre finanziarie precedenti, in cui ognuno di solito dà battaglia per la sua bandierina». «Non capiscono che ora bisogna concentrare le risorse su una visione d’insieme», prosegue, «invece ho l’impressione che non venga permesso al governo Draghi di fare quello che il premier ha sempre detto che serve all’Italia: tecnologia, produttività e crescita».
Il presidente di Confindustria ritiene che sia necessario «un grande intervento coraggioso sul cuneo fiscale», «si parla si 7-8 miliardi di riduzione del fisco. Ma non è chiaro su cosa. Non si parla invece di tagli al cuneo fiscale, che si calcola non sulle tasse ma sui contributi dovuti per ogni posto di lavoro. Di questi due terzi sono a carico delle imprese».
Sul reddito di cittadinanza: «così com’è oggi va cambiato, perché non intercetta gli indigenti del Nord e disincentiva tanti anche al Sud dal cercare lavoro».
A proposito, invece, dell’uscita graduale da quota 100 come misura per le pensioni, Bonomi ha detto: «Continuiamo a mettere soldi per prepensionare chi un lavoro lo ha, pur avendo ormai la certezza che così non creiamo nuovi posti. Per quota 100 ci avevano raccontato che per ogni nuovo pensionato ci sarebbero state tre nuove assunzioni. Risultato, ne sono stati assunti 0,4 per prepensionato».