Nuove ombre sulla gestione di Pechino dell’emergenza Coronavirus. La società Internet 2.0 ha analizzato e raccolto i dati sugli appalti pubblici in Cina e ha notato che gli acquisti di test molecolari (Pcr) nella provincia cinese dell’Hubei sono cresciuti in modo notevole mesi prima che si parlasse del virus. Nel 2019 sono stati spesi per i tamponi circa 67,4 milioni di yuan (pari a 9 milioni di euro), quasi il doppio rispetto al 2018. Il numero di contratti è passato da 89 a 135.
Come racconta La Verità, la crescita degli acquisti di tamponi è iniziata a maggio, per raggiungere l’apice tra luglio e ottobre. I test molecolari hanno anche altre applicazioni, ma si tratta per Akira Igata, professore della Tama Graduate School of business di Tokyo, di “un’informazione solida per sostenere che ci fosse la consapevolezza di un focolaio di virus intorno a Wuhan diversi mesi prima”.
Intanto la Cina, per voce del ministero degli Esteri, nega ogni accusa.