Una delle conseguenze dei mesi di confinamento in casa e didattica a distanza, si può notare nel rapporto tra gli adolescenti e il cibo. Secondo l’indagine “Adolescenti un anno dopo” realizzata dall’Associazione laboratorio adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard, i giovani sono diventati ancora più “sregolati” con il mangiare.
Come racconta il Corriere della Sera, il primo tasto dolente è quello della prima colazione, che già prima dello scoppio della pandemia, era saltata da molti per “mancanza di tempo”. Nel 2015 il 66,2% degli studenti di terza media faceva la prima colazione tutti i giorni (o quasi) a fronte dell’attuale 52%. Stesso trend tra gli studenti delle scuole superiori: nel 2018 il 61,5% faceva la prima colazione tutti i giorni, mentre ad oggi solo il 50,5%.
Inoltre, si è registrata una generale sregolatezza nel mangiare. Il 56% delle femmine e il 50% dei maschi delle scuole superiori ha dichiarato di aver mangiato in modo più sregolato del solito: “Una sorta di dannosissima nutrizione “on demand” (quando ho fame, mangio qualcosa), dove ad aggravare la situazione è che questa “fame” è molto spesso noia”, ha spiegato Margherita Caroli, componente del consiglio direttivo dell’European Childhood Obesity Group e coordinatrice del gruppo di studio. sulla nutrizione di Laboratorio adolescenza. Proprio a causa della noia, i giovani hanno ceduto agli snack e ai fuori pasto, consumati abitualmente dal 78,4% degli adolescenti fino al 2018, saliti ora all’82%. Complessivamente il 52,6% del campione afferma di aver mangiato quantitativamente e qualitativamente peggio del solito.
È cresciuta anche la sedentarietà con il blocco delle attività sportive per molti mesi: il 32% ha affermato di aver fatto molta meno attività fisica rispetto al solito, il 38,4% non l’ha fatta per nulla mentre un 15% non praticava sport neanche prima della pandemia.