“Il Green pass avrebbe un impatto fortissimo sulle frequentazioni dei locali e chi dice il contrario dice il falso”, afferma Lino Stoppani, il presidente di Epam, l’associazione di categoria di Confcommercio che racchiude i pubblici esercizi. “Se i dati pubblicati sono giusti oltre il 50 per cento della popolazione non è vaccinata, 27 milioni di persone o non hanno fatto il vaccino o hanno fatto solo una dose e ciò significherebbe perdere il 50 per cento della clientela. Nel caso in cui il Green pass dovesse essere adottato anche per bar e ristoranti, oggi ci sarebbero 27 milioni di persone a cui non sarebbe consentito di entrare in queste attività”, spiega Stoppani a Libero.
Accedere a bar e ristoranti solo tramite green pass comporterebbe ulteriori costi per i gestori delle attività: “L’organizzazione sarebbe a dir poco complicata perché toccherebbe ai ristoranti verificare carta d’identità e scannerizzare il qr code. Un onere assegnato ai pubblici esercizi con costi aggiuntivi per chi ha già subito 300 giorni di attività impedite o limitate”.
Sul settore pesano ancora gravi perdite dovute ai mesi di chiusura: “Il settore si sta riprendendo, “bene” forse è troppo prematuro dirlo. Sulle spalle abbiamo diversi fardelli, prima di tutto i 34 miliardi nel 2020 e i 10miliardi quest’anno di mancato fatturato. Poi i debiti derivanti dai costi fissi aumentati, il credito imposta, il personale non protetto dalla cassa integrazione, le utenze telefoniche, le spese assicurative, le consulenze amministrative, le spese di gestione, oltre al problema delle competenze e alla difficoltà di trovare personale perché la politica dei sussidi, col reddito di cittadinanza in testa, ha finito per disincentivare il lavoro, ovviamente col massimo rispetto parlando per chi si trova davvero in difficoltà”.