Dalle prove Invalsi che hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 530mila studenti della scuola media (classe III) e circa 475mila alunni dell’ultima classe delle scuole superiori, emerge che i mesi di pandemia e didattica a distanza hanno provocato non pochi danni all’apprendimento.
Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano, e vale lo stesso per il 45% dei ragazzi in matematica. Se si guarda alle scuole superiori, il dato sale rispettivamente al 44% e al 51%.
Due quattordicenni su cinque cominceranno il primo liceo con competenze da quinta elementare. Tra chi, invece, si è appena diplomato, uno su due avrà un livello da terza media, massimo prima superiore.
A risentirne di più tutti i giovani che vivono in contesti complicati, che non possono contare sull’aiuto di mamma e papà, ma che prima, grazie alla frequenza in aula, riuscivano a cavarsela.
Al Sud la situazione è molto negativa: oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano. Per quanto riguarda la matematica, in Campania il 73% degli studenti è sotto il livello minimo, il 70% in Sicilia, il 69% in Puglia.