Saman Abbas non è stata ancora ritrovata ma dalle chat dello zio, che sembrerebbe aver compiuto materialmente l’omicidio, sono emerse terribili conferme. Lo zio Danish avrebbe parlato con un familiare di “un lavoro fatto bene”. E ancora, “Se ci chiedono di lei diremo che sta in Pakistan”.
Secondo i racconti del fratello di Saman, fermato a Imperia il 9 aprile, primo ad accusare lo zio e a raccontare ai carabinieri cosa fosse successo la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, Danish aveva una personalità molto persuasiva.
Quella sera la giovane donna sente dire dalla madre che ucciderla sarebbe stata l’unica soluzione per punirla. Chiede spiegazioni e la madre le dice che si tratta di un episodio avvenuto tempo prima in Pakistan, ma Saman non si fida. In un audio rivolto al suo fidanzato dice: “L’ho sentita con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me. Se non mi senti per 48 ore rivolgiti alle forze dell’ordine”.
Dal quel momento in poi, purtroppo, parlano le immagini delle videocamere di sorveglianza: Saman esce accompagnata dai genitori che la portano dallo zio, che ha probabilmente già scavato la fossa nelle campagne circostanti.
Da lì in poi tutta la famiglia sparisce, tra chi rientra in Pakistan e chi viene bloccato mentre si muove verso la Francia, tra cui lo zio, fermato ad Imperia vicino al confine. Non ha i documenti in regola e gli viene ordinato di presentarsi il giorno seguente in Questura ma non lo fa e sparisce.