Non ci sono ancora tracce di Saman Abbas, la diciottenne pakistana sparita dopo aver rifiutato un matrimonio combinato con il cugino. Si teme per il peggio e che la giovane sia stata uccisa dai suoi familiari e il corpo gettato nelle campagne circostanti l’abitazione.
Come racconta La Stampa, contro i matrimoni combinati si è scagliata la Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche italiane, che li ha definiti una “pratica tribale”. L’Ucoii, insieme con l’Associazione islamica degli imam e delle Guide religiose, ha deciso di lanciare una fatwa, una condanna religiosa, contro i matrimoni combinati, per distaccarsi dal tragico episodio di Saman Abbas.
“I matrimoni combinati non possono trovare alcuna giustificazione religiosa, quindi sono da condannare, e ancor di più da prevenire”, sostiene Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii.
Nella fatwa si ribadisce che “la donna è uguale all’uomo nella scelta del partner e che il suo consenso della donna è essenziale”. Arriverà un prossimo provvedimento contro l’infibulazione e poi progetti per la tutela dei diritti delle donne.
La fatwa non ha implicazioni sul piano pratico, ma ha delle conseguenze teologiche: “Sapere che un comportamento viene considerato illecito aiuta gli eventuali scettici a ritrovarsi nell’usanza in linea con la tradizione”, sostiene a La Stampa Yassine Lafram.