I parchi divertimento dovrebbero aprire a luglio, ma è troppo tardi secondo gli operatori del settore: “Troppo tempo, siamo allo stremo. Ci sono 100 mila famiglie, tra lavoratori diretti e stagionali, che non sanno più come andare avanti. Per chi ha il contratto a tempo, non c’è neanche più la cassa integrazione: finita ad aprile”, afferma il presidente dell’Associazione parchi permanenti italiani Giuseppe Ira.
L’estate scorsa i parchi hanno potuto riaprire, riducendo la capienza e imponendo l’obbligo della mascherina anche sui giochi: “Sì e abbiamo dimostrato che si può aprire seguendo le procedure di sicurezza”, spiega Ira a Repubblica.
La data per la riapertura dovrebbe essere anticipata secondo Ira: “Il primo giugno. Lo ha detto anche Draghi: la ripartenza passa per il turismo. Invece i primi vacanzieri troveranno i parchi sprangati. In Spagna sono già in funzione”.
Al governo chiedono un supporto per un settore che vale 400 milioni di euro e che arriva a 2 miliardi se si considera l’indotto: “L’anno scorso, il 20 per cento dei parchi ha rinunciato all’apertura, cinque aziende italiane sono già passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri. Il nostro è un comparto strategico. Non si può mandare in malora un settore così”.