Spegnerà 85 candeline proprio tra qualche giorno, il 1 ottobre. Una voce fuori dal comune, una grazia ed una determinazione invidiabili: Julie Andrews, in arte Mary Poppins, è nata il 1 ottobre 1935 in un paesino appena fuori Londra da due artisti di strada, che ne hanno forgiato il carattere. Il talento di Julie si rivelerà ben presto. Prima i successi a teatro, con The Boy Friend e May Fair Lady: “Avevo diciannove anni quando sono salita su un palcoscenico a Broadway, e da allora, praticamente non sono più scesa”; poi è arrivato l’adattamento televisivo di Cenerentola, poi ancora il successo al cinema.
Da Broadway agli Oscar con Mary Poppins
Mary Poppins la portò all’Oscar a soli 27, anni insegnando a intere generazioni la sottile linea tra senso del dovere e del piacere. Poi arriveranno Tutti insieme appassionatamente, Tempo di guerra, tempo d’amore, Millie, ma anche successi non legati al genere musical, come Il sipario strappato (1966) di Alfred Hitchcock: “Molta della mia vita è passata attraverso grandiosi momenti di fortuna, dopo di che, però ho lavorato sodo per meritarmela”. Una saggezza fuori dal comune che le servirà per affrontare la tragedia che la colpirà nel 1997.
In seguito ad un intervento chirurgico la Andrews perse i suoi purissimi cinque ottavi da soprano di coloratura. Fece causa ai medici e vinse ma ormai era troppo tardi: la sua voce era andata per sempre. Julie fu, poi, costretta ad un lungo ricovero in una clinica psichiatrica per superare il trauma: “Cantare è una cosa che mi manca immensamente, è davvero la mia grande tristezza. Non canto più ma nella mia vita non c’è tempo per la nostalgia”.
Dopo la degenza si trasforma di nuovo e come una fenice rinasce dalle sue stesse ceneri: “Doppiare è più difficile che recitare. Il regista è sempre a dirti: ‘Puoi ripetere la frase con voce più amichevole, o più amabile, o più arrabbiata?’, insomma ti capita di ripetere la stessa frase cento volte. Ora con le nuove tecnologie per me è più arduo di una volta e mi pare anche meno romantico. Magari sono io che sono di un’altra era, anche se sento di poter e volere fare molte altre cose”. Lunga vita a Julie, a te e a tutte le tue vite, al tuo coraggio e alla tua determinazione.