“È un terribile avvertimento: la ripresa economica è tutt’altro che sostenibile per il nostro clima”, è l’allarme lanciato dal direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) Fatih Birol.
Come racconta Repubblica, secondo il rapporto dell’Agenzia, le emissioni legate alla produzione di energia dovrebbero aumentare di 1,5 miliardi di tonnellate nel 2021, con il maggior incremento registrato dal 2010 e cancellando di fatto la riduzione del 2020, in cui complice numero uno è stato il lockdown mondiale.
Nei mesi più duri della pandemia, infatti, l’inquinamento atmosferico è diminuito di un terzo e la qualità dell’acqua e dell’aria è migliorata oltre il 40%. Basti pensare che a New York due milioni di pendolari hanno smesso di muoversi ogni giorno per andare a Manhattan o che nel fiume Indo il grado di pulizia della neve raggiunto non si vedeva da almeno venti anni.
Adesso però che l’economia riprende faticosamente a girare, secondo la Iea la domanda di energia aumenterà del 4,6% e quella di combustibili fossili supererà i livelli del 2019. Il 30% dell’elettricità globale sarà prodotta da fonti rinnovabili, ma la quota non sarà sufficiente per compensare quella generata dai combustibili fossili.