Gli ospedali italiani hanno in media più di settant’anni e dispongono di 18mila apparecchiature diagnostiche obsolete.
Come racconta La Stampa, dall’”Osservatorio parco installato” di Confindustria dispositivi medici, risulta che i mammografi hanno in media un’età di 13,4 anni quando non dovrebbero superare i sei secondo gli standard di sicurezza. Solo il 9% rientra nel corretto utilizzo mentre l’84% è troppo vecchio. Tra gli angiografi, che servono per verificare lo stato dei vasi sanguigni, scende la quota degli apparecchi obsoleti, che è pari al 61% rispetto al totale.
Ancora, il 74% delle apparecchiature per le risonanze magnetiche supera il limite anagrafico, i dispositivi radiografici tradizionali sono per l’81% oltre i dieci anni di anzianità, mentre tra quelli digitali il 48% andrebbe sostituito.
“Le tecnologie all’avanguardia consentirebbero non solo una migliore capacità diagnostica, ma anche una maggiore velocità di refertazione, che potrebbe rivelarsi fondamentale una volta che i cittadini saranno meno impauriti dal Covid e riprenderanno a fare prevenzione e a curarsi senza timore di contagiarsi”, spiega Aniello Alberti, presidente di Elettromedicali e Servizi integrati.