Domani gli israeliani torneranno a votare per la quarta volta nel giro di due anni. L’attuale premier Benjamin Netanyahu ha costruito la campagna elettorale sulla vaccinazione che ha battuto tempi record con, ad oggi, metà dei cittadini che sono stati vaccinati, e l’80% degli over 40 a cui è stato inoculato il siero. Ora la vita sembra essere tornata alla normalità, con locali e ristoranti aperti, complice l’introduzione del green pass per chi ha già ricevuto il vaccino.
Alcuni dei segreti dell’andamento della campagna vaccinale sono la digitalizzazione del sistema sanitario, che prevede data base diffusi su tutto il territorio che mai come questa volta si sono rivelati utili, e anche la strategia di Netanyahu di aver pagato un prezzo nettamente superiore per le fiale di antidoto, rispetto per esempio all’Europa, ed essersi così accaparrato le dosi, mentre in Europa le forniture arrivano in ritardo e con molti tagli.
Come racconta il Corriere della Sera, fino alla settimana scorsa, nei sondaggi i cittadini erano insoddisfatti nella gestione di Netanyahu che ha anche raggiunto il record di lockdown nazionali, che ammontano a tre. Il premier spera di riuscire questa volta ad ottenere la maggioranza parlamentare per un governo “di destra stabile”, confidando sulla campagna vaccinale per mettere da parte le accuse di corruzione.
I suoi avversari si presentano, invece, come il “blocco del cambiamento” rispetto al blocco di Netanyahu e considerano la campagna vaccinale come un piccolo punto di tutta una gestione considerata da molti negligente dell’emergenza.
Se Netanyahu vincerà, lo farà dunque per pochi seggi in più, perché, stando ai sondaggi, tutti i cittadini che hanno votato all’inizio del 2019, poi alla fine di quello stesso anno, poi nuovamente nel 2020 e adesso a inizio 2021, non sembrano aver cambiato il loro voto.