La saga dei dazi di Donald Trump, ci fossero ancora dubbi, prosegue all’insegna di grande incertezza e caos. Il Presidente degli Stati Uniti ha minacciato nelle ultime ore nuove tariffe sul tech, dai semiconduttori all’elettronica di largo consumo, ridimensionando l’ottimismo su possibili de-escalation delle sue guerre economiche. Un ottimismo che era stato invece alimentato da significative esenzioni decise sull’elettronica, anzitutto in arrivo dalla Cina, decretate neppure due giorni prima. (Sole 24 Ore)
Ad aggravare le preoccupazioni, Pechino sta rispondendo con durezza alla guerra commerciale della Casa Bianca: ha di fatto ormai sospeso l’export di un ventaglio di terre rare e minerali critici, compresi potenti magneti essenziali a industrie all’auto all’aerospazio, dai colossi dei chip ad aziende della difesa.
I magneti sono cruciali per assemblare veicoli e robot come droni e missili. Pechino ha creato a inizio mese un sistema che richiede speciali licenze per simili esportazioni e il New York Times ha rivelato che simili permessi al momento sono fermi e che il completo stop rischia di generare paralisi in numerose industrie.
Trump ha nuovamente alzato il tiro dei dazi dopo aver assistito ad un campionato di arti marziali miste a Miami, assieme ad Elon Musk e altri fidati collaboratori. Il torneo è diventato quasi un simbolo delle sue aggressive politiche. Salito nuovamente sul ring del commercio il Presidente ha minimizzato come temporanea la tregua concessa venerdi’ notte a smartphone, pc e altri prodotti dalle sue cosiddette tariffe reciproche per dichiarare perentoriamente: “Nessuno sfuggira’ ai nostri dazi”.
Di più: ha promesso che nuove barriere si ergeranno presto sui microchip e sull’intera supply chain di tecnologia ed elettronica, affermando che è nel mirino di inchieste e misure di sicurezza nazionale per reindustrializzare l’America.