CLEAN ENERGY

PMI e sostenibilità, gli investimenti in efficienza energetica

L’efficienza energetica è l’intervento più diffuso tra le imprese familiari italiane nell’ambito della sostenibilità ambientale, mentre è minore lo sforzo profuso verso la dimensione della sostenibilità sociale. Bassa, ma in forte crescita, l’attenzione verso la parità di genere. Carente, invece, è la percezione di come il mercato del credito si stia orientando sempre di più a integrare i criteri ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) nella valutazione del merito creditizio, ovvero nella scelta di quali imprese privilegiare nel concedere linee di credito. (Sole 24 Ore)

Sono alcune delle tendenze rilevate dalla ricerca Imprese e Futuro. Le nuove sfide della sostenibilità socio-ambientale delle imprese familiari curata dai professori Fabio Zona dell’Università di Trento e Alfredo De Massis dell’Università di Chieti-Pescara, in collaborazione con Confindustria Trento, ricerca di cui sono state fornite alcune anticipazioni nel corso del talk “Sostenibile, ma per chi?” promosso oggi a Trento dall’Università di Trento – Dipartimento di Economia e Management e dall’associazione FA.B.R.I. – FAmily Business Risorse per l’Italia. Si tratta di uno dei primi appuntamenti che ha messo al centro il tema dopo le recenti proposte della Commissione Europea contenuti nel Pacchetto Omnibus che, se approvate, alleggerirebbero gli obblighi di rendicontazione in ambito ESG per le aziende.

Tra gli investimenti ambientali, le PMI familiari tendono a privilegiare quelli che migliorano l’efficienza economica, puntando principalmente all’efficienza energetica (18%), seguita da gestione dei rifiuti e riduzione del consumo d’acqua. Minore l’attenzione verso la biodiversità e la deforestazione. Nei prossimi cinque anni, le PMI familiari prevedono un aumento generale degli investimenti ambientali: l’efficienza energetica sarà ancora l’area con i maggiori incrementi, con quasi la metà delle imprese intenzionate a rafforzare gli investimenti. Sorprendentemente, questa stessa area è anche quella che vedrà i maggiori decrementi (circa il 20% delle imprese prevede di ridurre gli investimenti), probabilmente a causa di investimenti già realizzati. Al contrario, la gestione dei rifiuti e il consumo d’acqua vedranno un aumento stabile degli investimenti, mentre le problematiche ambientali più complesse (come la deforestazione e le emissioni di CO2) e ad esternalità negative continueranno a essere trascurate.

Redazione

 

 

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