Era stato presentato come distretto delle energie rinnovabili, ora ha un nome: si chiamerà Crea il nuovo polo tecnologico e di ricerca della Cva. La Compagnia Valdostana delle Acque spa trasformerà l’ex Tecdis di via della Stazione, a Châtillon, in un polo di ricerca per le energie rinnovabili. Crea sta per Cva renewable energy area, l’area delle energie rinnovabili della Cva. Il progetto è stato approvato dal consiglio d’amministrazione dell’azienda energetica venerdì 14 febbraio. Il cantiere, che avrà una durata di 36 mesi una volta ottenute le autorizzazioni urbanistiche, porterà un investimento di quasi 50 milioni di euro. L’obiettivo è quello di posare la prima pietra entro la fine del 2025, per poi cercare di accelerare i lavori e chiuderli in meno tempo rispetto ai tre anni previsti. (La Stampa)
«Lo abbiamo studiato con i tecnici del Politecnico di Torino» ha spiegato Giuseppe Argirò, amministratore delegato della Cva, nella tappa di Aosta del roadshow dello Smau, alla Pépinière d’entreprises di Aosta. «Avrà un involucro speciale, sarà un fabbricato che produce più energia di quanta ne consuma, sarà una sorta di esasperazione delle energie rinnovabili, vogliamo diventi un edificio iconico» ha aggiunto Argirò. All’interno ospiterà diversi spazi «dove non si farà solo innovazione e ricerca, ma anche formazione ed educazione» ha aggiunto l’ad.
Nel distretto saranno presenti tutte le energie rinnovabili, compresa una generazione di idrogeno verde. È già stato avviato l’iter per costruire un impianto di elettrolisi per la produzione di idrogeno, alimentato da un impianto fotovoltaico connesso a un impianto di accumulo elettrochimico. Una nuova pala eolica sarà posizionata nell’attuale parco presente a Saint-Denis, il resto delle apparecchiature sarà all’ex Tecdis. Una volta in funzione l’impianto potrà produrre fino a 140 tonnellate di idrogeno l’anno, da utilizzare per alimentare il trasporto pubblico regionale.
Per la Cva, l’ambizione è che il gruppo industriale possa diventare un attrattore, per convincere tanti giovani ingegneri e tecnici a trasferirsi in Valle d’Aosta «grazie alla qualità della vita offerta» ha spiegato Argirò.
Gli spazi dello stabilimento ex Tecdis sono abbandonati ormai dal 2007. I 19 mila metri quadrati diventeranno uno spazio con quattro diverse funzioni.