Viaggiano in calo i titoli delle utility a Piazza Affari con A2a +1,27% che segna la performance peggiore e cede oltre un punto. Seguono Hera +1,23% , Terna +0,79% e Italgas +0,76% . L’indice Euro Stoxx del comparto delle utility segna una flessione dello 0,45%. A pesare sulle azioni il fatto che, nonostante i consumi elettrici di gennaio siano stati in aumento, la produzione delle rinnovabili è debole. Entrando nel dettaglio, secondo i dati forniti da Terna, a gennaio, l’energia elettrica consumata in Italia è cresciuta dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2024, un dato che, corretto per fattori di calendario e temperatura, diventa +1,5% (26,9 TWh). (Sole 24 Ore)
La richiesta elettrica di gennaio risulta sostanzialmente stabile rispetto a dicembre 2024. Sul piano dell’offerta, a gennaio la domanda è stata soddisfatta per l’82,3% dalla produzione interna. La produzione nazionale netta ha raggiunto i 22,2 TWh, con una quota da fonti rinnovabili pari al 31,9% del fabbisogno (-1,9% rispetto a gennaio 2024). Aumenta invece la produzione termoelettrica (+11,5%), mentre risultano in calo le altre fonti eolico (-8,7%), idrico (-5,1%), geotermico (-1,1%) e fotovoltaico (-0,5%), anche a causa di condizioni naturali meno favorevoli.
Secondo Equita “la riduzione della produzione eolica ha una ricaduta in particolare su Erg (a Piazza Affari -0,27%), tra i primi operatori italiani nel wind. La riduzione della produzione idrica è al contrario meno evidente sul bilancio degli operatori che normalmente compensano con una maggiore produzione termoelettrica”. Gli analisti di Intermonte sottolineano come questi, siano dati “piuttosto deboli per i produttori rinnovabili”, come Erg, A2A ed Iren (-0,19%).