No a privatizzazione o quotazione, ma la ricerca di «un modo integrativo di sostenere gli investimenti delle Ferrovie», che «non è detto debba essere di privati»: un tavolo al Mef sta studiando le diverse possibilità. In audizione alla commissione Trasporti della Camera, l’ad di Ferrovie dello Stato Italiane, Stefano Antonio Donnarumma ha fatto il punto sul futuro del gruppo e sullo stato del servizio e della rete. Ha riconosciuto le criticità degli ultimi mesi, ma la puntualità è migliorata. (Corriere della Sera)
Investimenti vicini ai 100 miliardi in 5 anni, di cui il 62% sulla infrastruttura di rete tra manutenzione straordinaria e nuove linee – Alta velocità e pendolari. Security potenziata. Una comunicazione «corretta» con tratte e tempi sui nuovi cantieri – «lavori necessari» – aperti nei prossimi mesi. E soprattutto, né privatizzazione o quotazione, ma la ricerca di «un modo integrativo di sostenere gli investimenti delle Ferrovie», che «non è detto che debba essere di privati»: un tavolo al Mef sta studiando le diverse possibilità. In audizione alla commissione Trasporti della Camera, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Stefano Antonio Donnarumma ha fatto il punto sul futuro del Gruppo Ferrovie dello Stato e sullo stato del servizio e della rete. Ha riconosciuto le criticità degli ultimi mesi, ma la puntualità è migliorata. E sui prossimi cantieri (entro giugno 2026 si chiuderanno quelli legati al Pnrr), il gruppo informerà meglio i viaggiatori.
Il manager ha poi affrontato anche il caso delle nomine a poche settimane dal rinnovo del Cda. A domanda del dem Andrea Casu circa il ventilato passaggio da Rfi a Trenitalia di Gianpiero Strisciuglio, auspicato dal vicepremier Matteo Salvini ma non consentito dalle norme europee, Donnarumma ha spiegato: «Da parte nostra nessuna volontà di forzare nulla, non ci pensiamo a non applicare le norme, stiamo fornendo ulteriori documentazioni al Mef che sta facendo le sue valutazioni». La volontà «è di fare il meglio possibile».