In Italia le quotazioni delle auto elettriche usate hanno scontato finora una limitata conoscenza del prodotto, ma una maggiore comprensione della tecnologia renderà più facilmente leggibile il mercato, contribuendo a determinare il reale valore di questi veicoli. È quanto emerge dallo studio “Una scelta elettrica oggi. Una scelta di valore domani”, frutto della collaborazione tra Motus-E e Quattroruote Professional. (La Stampa)
La ricerca, fondata sulla Banca dati Quattroruote Professional, approfondisce per la prima volta in Italia i diversi elementi che contribuiscono a definire le quotazioni dei veicoli elettrici di seconda mano, rispondendo a tutti gli interrogativi di automobilisti e addetti ai lavori.
Prendendo le mosse dall’andamento delle quotazioni degli ultimi anni, l’analisi rileva innanzitutto come i prezzi dell’usato elettrico siano stati influenzati dalla presenza a fasi alterne dell’Ecobonus, tra il 2019 e il 2024. Un impatto, quello degli incentivi, peraltro sproporzionato rispetto all’effettivo numero di immatricolazioni elettriche che hanno potuto beneficiare delle agevolazioni.
Ciò che però fino ad oggi ha pesato di più sulle quotazioni è stato il diffondersi di un’errata percezione della reale longevità delle batterie. Al di là della vita utile dell’accumulatore, che può tranquillamente superare quella dell’auto stessa, il fraintendimento ha riguardato la cosiddetta “capacità residua” delle batterie. Con il passare degli anni, infatti, gli accumulatori al litio mostrano una graduale diminuzione della capacità di immagazzinare energia, e per questo motivo i costruttori assicurano anche un livello minimo di capacità (in media dell’80%) al termine della garanzia, generalmente di 8 anni.