La competizione per la leadership mondiale oggi si gioca sempre più sul terreno tecnologico. Mentre gli Stati Uniti hanno guadagnato un vantaggio iniziale nell’intelligenza artificiale, lanciandosi per primi in quella che è stata definita una vera e propria “corsa all’oro”, la Cina ha rapidamente colmato il divario con una strategia nazionale lungimirante. (Sole 24 Ore)
Il piano “Made in China 2025” rappresenta l’emblema di questo ambizioso percorso di recupero tecnologico. Attraverso investimenti consistenti e mirati, Pechino sta puntando a diventare una potenza globale nell’innovazione, con un focus particolare sullo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. L’obiettivo è chiaro: posizionarsi come protagonista centrale nella rivoluzione tecnologica globale, con l’intelligenza artificiale che non è più solo una questione di primato tecnologico, ma una vera e propria leva strategica per il futuro geopolitico ed economico delle nazioni.
Con un panorama in continua evoluzione, nuovi protagonisti cinesi stanno rapidamente conquistando spazio nel settore dell’Ai generativa. Tra le aziende emergenti spiccano nomi come DeepSeek startup come Moonshot AI (con il suo modello Kimi). Ma nella partita Ai ci sono anche i colossi Alibaba, che nel 2024 ha rilasciato i nuovi modelli Ai open source della serie Qwen 2.5 e ByteDance, la società madre di TikTok. Quest’ultima ha annunciato, giorni fa, il rilascio del suo nuovo modello di Ai generativa di punta, Doubao-1.5-pro.
Questo sistema, comparato ai modelli Ai americani, sarebbe capace di offrire prestazioni di alto livello e una notevole efficienza computazionale. Nelle prestazioni, Doubao-1.5-pro ha superato il modello OpenAI o1 nel benchmark AIME, un test che valuta la capacità dei sistemi di ragionamento matematico nel comprendere e risolvere istruzioni complesse.
Tra i nuovi protagonisti del panorama AI cinese DeepSeek ha rapidamente guadagnato attenzione con il lancio dei suoi promettenti modelli open source, R1 e R1-Zero, entrambi accessibili tramite la piattaforma Hugging Face con una licenza MIT, che ne consente l’uso open source, senza restrizioni commerciali.