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Famiglia, dall’asilo ai congedi: ecco cosa cambia nel 2025

Con la denatalità in atto, ogni anno perdiamo tra i banchi 110mila studenti, e un tasso di occupazione femminile in ripresa, ma lontanissimo da quello maschile e nel confronto internazionale, il governo prova a spingere sulle misure per la famiglia. Nella manovra entrano diverse novità, accanto a qualche conferma. (Sole 24 Ore)

Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, la legge di Bilancio prevede il riconoscimento per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 di un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. Questa somma non concorre alla determinazione del reddito complessivo. Il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l’importo deve essere in una condizione economica corrispondente a un valore Isee non superiore a 40.000 euro annui (nella cui determinazione non rilevano le erogazioni dell’assegno unico e universale).

Si stabilisce che le erogazioni relative all’assegno unico e universale non rilevino nella determinazione dell’ISEE utile ai fini dell’attribuzione del Bonus Nido e delle altre forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche. Viene incrementata di 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025 l’autorizzazione di spesa prevista.

Si estende la platea dei beneficiari. Eliminata la condizione (prima prevista per l’accesso alla maggiorazione) della presenza di almeno un figlio di età inferiore ai 10 anni. Inoltre, incrementa l’autorizzazione di spesa prevista di 97 milioni di euro per l’anno 2025, 131 milioni di euro per l’anno 2026, 194 milioni di euro per l’anno 2027, 197 milioni di euro per l’anno 2028 e 200 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029.

Redazione

 

 

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