La novità non è banale: dopo mesi di flessioni l’export verso la Germania ad ottobre torna a crescere. Non uno scatto memorabile, una ripresa di appena lo 0,9%, che tuttavia insieme al recupero più robusto di Francia, Spagna e di molte altre aree continentali, porta in attivo il bilancio del mese, in progresso dell’1,6%. Nei dieci mesi il bilancio migliora così in modo marginale e il passivo si riduce allo 0,5%. (Sole 24 Ore)
La spinta limitata dei mercati extra-Ue, nei dieci mesi in crescita dello 0,9%, frenati dal “rosso” di Stati Uniti e soprattutto Cina (-21,3% tra gennaio e ottobre), al momento non basta ancora per tenere a galla il bilancio complessivo, che vede una riduzione degli acquisti da parte dei mercati europei: in dieci mesi qui la riduzione è dell’1,7%.
Mese positivo quasi a tutto tondo, quello di ottobre, con crescite che coinvolgono quasi tutti i settori, in più di un caso a doppia cifra, come capita ad alimentari e farmaceutica mentre il segno meno è visibile solo nei macchinari (appena -0,3%) e nel settore auto, unico vero punto di crisi delle vendite estere. Nel complesso le vendite di vetture cedono nel mese quasi il 24%, peggior comparto in assoluto.
La debolezza delle importazioni (quasi ferme nel mese, in calo del 4,6% tra gennaio e ottobre) ha come risultato l’aumento del nostro avanzo commerciale che in dieci mesi raggiunge i 45 miliardi di euro (era 24,6 miliardi nei primi dieci mesi del 2023).
Il mini recupero dell’export è un segnale importante, all’interno di una fase di rallentamento che per l’industria in termini di produzione industriale procede ormai da 21 mesi consecutivi nel dato tendenziale, calo di oltre tre punti nei primi dieci mesi del 2024 che risparmia pochi settori e che vede come punti di difficoltà principali l’auto (a ottobre la produzione è quasi dimezzata) e il tessile-abbigliamento.