Economia

Piemonte, frenata dell’export in Medio Oriente

I conflitti in atto tra i Paesi arabi frenano l’export del Piemonte verso il Medio Oriente. Stando ai dati dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese – che ha analizzato le esportazioni piemontesi nel mercato del Medio Oriente nel 2023 e 2024, su fonte Istat – tra il primo semestre 2024 e l’analogo periodo del 2023 c’è stato un calo del -7,6% rispetto al +2,2% del periodo di riferimento precedente. Ammontano a 2,6 miliardi di euro, pari al 2,09% del valore aggiunto regionale prodotto, i beni e servizi che dal Piemonte sono diretti verso gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, Israele, Qatar, Kuwait e altre 12 nazioni del Medio Oriente, un dato che fa del Piemonte la seconda regione, dopo la Toscana, con la maggiore esposizione delle esportazioni agli effetti negativi dell’instabilità politica in Medio Oriente. Oltre ai prodotti della raffinazione, ci sono alimentari e bevande, moda e design, lapidei e arredamento, sistemi informatici e digitali; i macchinari e gli impianti sono i prodotti più venduti, molto richiesti per la loro qualità e originalità. (Sole 24 Ore)

«Le notizie che arrivano dal Medio Oriente, dalla sponda sud del Mediterraneo sono molto preoccupanti: ci auguriamo che la diplomazia, anche economica, stia intervenendo per risolvere queste situazioni – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte –. Questa crisi sta penalizzando sia i sistemi del made in Piemonte e made in Italy, sia l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura, aggravando la frenata del commercio. Se la situazione non si stabilizza rapidamente c’è il rischio concreto che le esportazioni subiscano un forte rallentamento, con ripercussioni non solo sulle imprese esportatrici, ma anche sull’economia regionale nel suo complesso. In questo contesto – conclude – è fondamentale che le istituzioni locali e nazionali intervengano, adottando misure a sostegno delle imprese, per mantenere aperti i canali commerciali e mitigare i potenziali effetti negativi».

Il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte sottolinea anche che «la nostra regione ha un comparto macchine agricole formidabile, concentrato nella provincia di Cuneo, e se non si fosse aggravata la crisi in Medio Oriente avremmo avuto degli sbocchi».

Redazione

 

 

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