LE TASCHE DEGLI ITALIANI

Donne e mercato del lavoro in Lombardia: una crescita a ostacoli

L’occupazione femminile in Lombardia è in crescita. Ma non mancano disparità con quella maschile, soprattutto a livello di salario e retribuzione complessiva lungo tutta la carriera lavorativa. Le responsabilità di cura di figli o parenti pesano ancora troppo sulle donne e richiedono interventi strutturali per non costringerle a scegliere tra soddisfazioni lavorative e impegni familiari. (Corriere)

Occupazione femminile: un quadro chiaroscuro
Polis Lombardia ha dedicato il focus monotematico di giugno a “Le donne nel mercato del lavoro lombardo: un aggiornamento al 2023”. Emergono segnali positivi, contrastati da ombre. L’occupazione femminile nella regione cresce in misura maggiore rispetto all’Italia vista complessivamente: un 2,7% in più di occupate a confronto del 2022, mentre la media nazionale si attesta a 2,5%. Una cifra che aumenta più di quella maschile, ferma all’1%, ma il differenziale di genere nel tasso di occupazione – ovvero la percentuale degli uomini meno quella delle donne – è ancora nettamente superiore alla media europea: 14,5 contro il 9,4.

Il disequilibrio è anche economico, legato alla combinazione di segregazione orizzontale e verticale, cioè minor presenza di donne in ruoli apicali e retribuzione generalmente inferiore. Malgrado in Lombardia le donne guadagnino di più rispetto alla media nazionale, il divario di genere è più ampio: con i maschi che guadagnano il 10,3% in più delle femmine, rispetto al 9,2% a livello nazionale.

Le principali difficoltà le accusano le donne con figli in età prescolare: per ogni 100 donne occupate e senza figli, corrispondono soltanto 78 donne occupate e madri. Inoltre i dati del Ministero del Lavoro del 2022 attestano un numero di dimissioni di lavoratrici madri, nei primi tre anni di vita del figlio, che sono più del doppio di quelle dei lavoratori padri. Segno che queste coppie valutano più conveniente economicamente occuparsi direttamente dei propri figli. Ma a rinunciare al lavoro sono in particolar modo le donne.

La Regione ha analizzato la situazione, per trovare dei correttivi strutturali. Ha individuato il fattore dei carichi di cura come un ostacolo per l’accesso al lavoro e un’effettiva parità, così come la necessità di aumentare l’empowerment femminile, favorendone la formazione e l’autodeterminazione. Nasce da questi presupposti la nuova misura “Lombardia per le donne – Dote Empowerment”.

Redazione

 

 

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