«Quando si fanno le cose bisogna essere ottimisti. Se si è pessimisti si sta a casa». Leadership, collegialità e ottimismo. Sono queste le tre parole da cui deve ripartire l’Europa. Le ripete più volte Mario Draghi, ieri a Milano intervistato per ricevere il premio Ispi 2024 a palazzo Clerici, sede dell’Isti- tuto per gli studi di politica internazionale.Chi ha orecchie per in- tendere, intenda. Il ragionamento di Draghi, al di là delle valutazioni politiche, si concentra poi sul suo rapporto «sul futuro della competitività europea». Oltre ai famigerati 800 miliardi annui di investimenti pubblici comuni, l’ex premier elenca cinque interventi a costo zero che andrebbero messi in campo al più presto. Il primo è realizzare un vero mercato unico. (La Stampa)
Per l’Unione europea, è necessario essere ottimisti per fare le cose: “Perché le barriere fra i nostri Paesi sono tre volte più alte rispetto a quelle fra gli Stati americani per la manifattura, e addirittura otto volte più alte per i servizi”. Il secondo è l’integrazione dei mercati dei capitali dove «occorre smarcarsi da un mercato fondato sul debito e andare verso il rafforzamento dei rapporti”.
“C’è poi un vuoto di leadership, ma bisogna avere pazienza e attendere l’esito delle elezioni in Germania, l’Europa non deve andare in una direzione sovranista altrimenti non si andrà da nessuna parte”.