Economia

L’occupazione femminile: una crescita da sostenere

Dopo lo stop pandemico, la ripresa dell’occupazione ha riguardato tutti, ma per le donne c’è voluto più tempo per recuperare i livelli pre-Covid. Questo recupero si è concentrato nel 2023, che si è rivelato un anno chiave, tanto che il 2024 si è aperto con un record di 10 milioni e 95 mila occupate. Il tema dell’inclusione e della retribuzione femminile nel mondo del lavoro è sempre più d’attualità: impatta sul prodotto interno lordo e sullo sviluppo dell’economia, ma anche sull’immagine di uno Stato e di un’impresa. E per ridurre il divario di genere le aziende, che giocano un ruolo chiave in questa partita, stanno rispondendo dotandosi di piani pluriennali. (Corriere)

A gennaio 2024 – secondo l’analisi fornita dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro in una nota diffusa a marzo, su dati Istat – il tasso di occupazione femminile è arrivato a quota 53%, mentre quello di disoccupazione è sceso all’8,2%. Emerge un dato particolarmente confortante sull’occupazione che la colloca, nel 2023, all’1,6% in più rispetto al 2019. All’origine di questo incremento, la percentuale di impiego di donne nella fascia d’età più adulta 55-64 anni, complici anche le politiche di innalzamento sull’età del pensionamento e l’invecchiamento complessivo della forza lavoro. Segnali positivi arrivano anche dalle categorie under 25 e 25-34 anni. E lo studio mette in luce un altro aspetto rilevante: la crescita occupazionale è affiancata da un miglioramento delle mansioni e dei contratti. Sulla base di un confronto della media dei primi tre trimestri del 2019, 2022 e 2023, la crescita è del 22,9% nel campo dei ruoli dirigenziali e imprenditoriali.

L’importanza dell’inclusione femminile nel mondo del lavoro è chiara anche ad Amsa, azienda del Gruppo A2A, che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani di Milano e di 16 Comuni della Città Metropolitana e della Provincia di Varese. L’azienda ha partecipato all’iniziativa del Corriere della Sera “Il Tempo delle Donne” per promuovere il cambiamento culturale e ha presentato la sua strategia per favorire la parità di genere.

In azienda lavorano 263 donne su oltre 3.000 dipendenti, circa il 9%. Nei ruoli operativi le donne rappresentano il 7%, mentre in quelli di staff arrivano al 30%. Il livello di istruzione medio è il diploma, con casi di persone che si sono laureate durante l’impiego in azienda, dimostrando un forte impegno verso la crescita personale e professionale.
Per i prossimi due anni sono in programma assunzioni di circa 60 nuove lavoratrici, con l’obiettivo di incrementare di oltre il 20% il numero delle donne in azienda. Un piano che si affianca a un’altra serie di iniziative concrete come l’aumento del 30% circa degli armadietti femminili negli spogliatoi e la promozione di un’immagine differente dell’operatore ecologico, spesso percepito come un ruolo maschile.

Amsa riflette l’impegno del Gruppo A2A nell’inclusione e nell’innovazione sociale. Il Gruppo, infatti, ha ottenuto la certificazione per la parità di genere Uni/PdR 125:2022 per 13 società ed è entrato anche nel Bloomberg Gender-Equality Index, che valuta l’inclusività e l’attenzione alla parità retributiva e di genere. Tra le iniziative innovative si inserisce “A2A Life Caring”, un programma di supporto alla genitorialità che prevede 120 milioni di euro di investimenti al 2035. L’accordo concede alle mamme un mese in più di maternità con il 100% dello stipendio e un mese di congedo in più per i papà, alla stessa condizione. Ma prevede anche un sostegno alle famiglie fino ai 18 anni dei propri figli, con aiuti economici per servizi come nidi e baby sitter, oltre che per contribuire alla loro formazione e alla partecipazione ad attività come i campi estivi.

Redazione

 

 

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