Il Governo tedesco si arrende alla scia di dati economici negativi che si inseguono da mesi e si rassegna ad abbassare le stime di crescita del Pil per il 2024: le nuove previsioni indicano una contrazione dello 0,2%, dopo la flessione dello 0,3% già accusata lo scorso anno. Due anni consecutivi con il segno meno davanti alla variazione del Pil si sono verificati solo una volta, dalla riunificazione della Germania, nel 2002 e 2003, quando il Governo dell’epoca varò una serie di riforme del welfare. (Sole 24 Ore)
Le nuove previsioni dell’Esecutivo sono in linea con quelle dei principali istituti economici del Paese e della Bundesbank. Sono uno scostamento significativo ma inevitabile rispetto alle stime di aprile, quando si puntava ancora a una crescita dello 0,3%. Lo scenario è stato illustrato mercoledì 9 ottobre dal ministro dell’Economia, Robert Habeck.
Per la ripresa bisognerà quindi aspettare al 2025, anno elettorale (si vota a settembre), quando l’Esecutivo si aspetta un rimbalzo dell’1,1%, seguito da una accelerazione all’1,6% nel 2026. In calo l’inflazione, che dovrebbe rallentare dal 5,9% dello scorso anno al 2,2% nel 2024 e al 2% nel 2025.
Habeck ha sottolineato l’urgente necessità di affrontare i «problemi strutturali» del Paese, che a suo avviso sono in primo luogo la mancanza di sicurezza energetica, l’eccessiva burocrazia e la carenza di lavoratori qualificati, che, insieme all’incertezza geopolitica, stanno pesando sull’attività economica.