Un potenziale di 95 miliardi di export aggiuntivo proveniente dai cosiddetti «Paesi Gate» nei prossimi tre anni, ovvero i mercati in cui Sace identifica le maggiori opportunità di crescita per le imprese italiane, tra il 5% e il 10%. Tra questi, alcuni Paesi chiave dell’America latina ( Messico, Brasile e Colombia), dell’Asean (Cina, India, Singapore e Vietnam), dell’area balcanica (Serbia) e mediterranea (Turchia, Egitto e Marocco). (Sole 24 Ore)
L’Italia delle filiere è pronta a competere con i grandi colossi dell’industria globale. Perché è vero che l’economia del nostro Paese si fonda soprattutto sulle medie, piccole e piccolissime imprese, ma è altrettanto vero che i settori più competitivi del made in Italy sono quelli in cui le aziende si mettono a sistema, dando vita a eccellenze produttive che fanno dell’Italia uno dei principali esportatori mondiali, con 625 miliardi di euro di export raggiunti nel 2023, il 30% in più di quanto realizzato nel 2019.
Nonostante tutto quello che è accaduto in questi anni (pandemia, guerre, choc energetici e rottura delle catene di fornitura), le imprese italiane hanno dimostrato una capacità di reazione che ha permesso al Paese, fanalino di coda nella crescita Ue prima del Covid, di tenere meglio degli altri.