Il cielo sopra Berlino è ancora scuro e annuncia una nuova recessione per la Germania quest’anno. I principali istituti economici tedeschi hanno reso noto di aver rivisto al ribasso le stime di crescita, segnalando una contrazione del Pil tedesco dello 0,1% per il 2024, dopo che anche il 2023 si era chiuso con una caduta del prodotto interno lordo dello 0,1%. (Corriere)
La ripresa dell’economia è attesa soltanto nel 2025, quando il Pil è previsto in leggero aumento dello 0,8% per il 2025; mentre per il 2026 la crescita è stimata in rialzo dell’1,3%. Rispetto alle previsioni di primavera, questo rappresenta una revisione al ribasso di 0,2 punti percentuali per il 2024 e di 0,6 punti percentuali per il 2025, spiegano in un comunicato, congiunto gli istituti economici, che includono il Diw di Berlino, l’Ifo, l’IfW di Kiel, l’IWH e il RWI.
Le ragioni della frenata tedesca, che alimenta il malcontento della popolazione? «Oltre al rallentamento economico, l’economia tedesca è anche appesantita dal cambiamento strutturale», afferma Geraldine Dany-Knedlik, responsabile delle Previsioni e della politica economica presso l’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW Berlino). Secondo l’economista, sono quattro i fattori che impediscono alla Germania di tornare a crescere. «La decarbonizzazione, la digitalizzazione e il cambiamento demografico, insieme a una concorrenza più forte da parte delle aziende cinesi,– hanno innescato processi di adeguamento strutturale che stanno attenuando le prospettive di crescita a lungo termine dell’economia tedesca», sostiene.
Questo significa che l’economia tedesca è in stagnazione da oltre due anni. «È probabile che una lenta ripresa inizi l’anno prossimo, ma la crescita economica non tornerà al trend pre-coronavirus in un futuro prossimo», avverte l’economista.
Gli effetti sovrapposti del cambiamento strutturale e del rallentamento economico sono particolarmente evidenti nel settore manifatturiero. E il caso dell’industria automobilistica è emblematico. particolarmente colpiti sono i produttori di beni capitali e le industrie ad alta intensità energetica. Secondo l’analisi degli economisti tedeschi, la loro competitività sta soffrendo a causa dei costi energetici più elevati e della crescente concorrenza da parte di beni industriali di alta qualità provenienti dalla Cina, che stanno sostituendo le esportazioni tedesche sui mercati mondiali. Dal punto di vista economico, il settore manifatturiero è anche in difficoltà a causa dell’indebolimento del settore industriale globale e della conseguente mancanza di nuovi ordini. Questo è parzialmente compensato dall’aumento significativo del valore aggiunto lordo in alcune aree del settore dei servizi, in particolare quelle dominate dallo Stato, come l’istruzione e la sanità.