“Nonostante tutte le potenziali sfide, la transizione energetica è inevitabile”, ma le maggiori economie mondiali “dovrebbero promuovere investimenti a basse emissioni di carbonio e ridurre gli ostacoli amministrativi e normativi che frenano la transizione, evitando dannose politiche “stop-and-go” che creano incertezza e compromettono gli investimenti del settore privato”. E’ quanto affermato dal Governatore della banca d’Italia, Fabio Panetta, introducendo il dibattito alla conferenza sulla transizione energetica del G7 e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia ospitata a Roma presso Palazzo Koch. (La Stampa)
Panetta ha voluto indicare quali sono gli elementi che possono garantire una “transizione energetica ordinata” ed ha affermato che anche le decisioni delle banche centrali “possono essere migliorate attraverso una migliore comprensione delle implicazioni macroeconomiche della transizione.
Dopo aver avvertito che gli investimenti nella transizione energetica stanno perdendo slancio, per effetto dei cambiamenti in ambito politico ed economico e degli eventi di geopolitica che hanno provocato una “crescente frammentazione economica e commerciale”, il governatore ha riconosciuto che “gli investimenti globali nell’energia pulita oggi sono il doppio di quelli nei combustibili fossili” ed alcune economie molto Paesi inquinanti a livello globale, come la Cina, “stanno facendo enormi progressi”.
La transizione energetica è “costosa” e gli investimenti supereranno i 3 trilioni di dollari nel 2024 – ha sottolineato Panetta- ma al momento non coinvolge gran parte delle economie emergenti, fatta eccezione per la Cina. Occorre oi evitare una forma di sostituzione di una dipendenza (combustibili fossili) con un’altra (minerali critici).
Per Panetta “dovrebbero essere prese in considerazione tutte le opzioni tecnologiche per promuovere la diversificazione della produzione di energia pulita” e dunque occorrerebbe “gestire la doppia transizione: verde e digitale”. “Poiché sia ??la transizione energetica che quella digitale sono trasformazioni inevitabili, dipende da noi per sfruttarli al meglio – ha sottolineato – assicurandoci di massimizzare il loro potenziale combinato e raccoglierne pienamente i frutti dei benefici, non solo dei costi”.